Comiso: Arresti domiciliari con braccialetto elettronico per un albanese accusato di maltrattamenti nei confronti della compagna

Grosso colpo della polizia a Comiso: arresti domiciliari per un albanese accusato di maltrattamenti. Scopri i dettagli di questa storia ⚖️👮‍♂️

A cura di Redazione
13 agosto 2024 10:19
Comiso: Arresti domiciliari con braccialetto elettronico per un albanese accusato di maltrattamenti nei confronti della compagna
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Comiso: Arresti domiciliari con braccialetto elettronico a carico di un albanese per maltrattamenti

Nei recenti sviluppi di un caso di violenza domestica, la Polizia di Stato di Comiso ha messo in atto una serie di interventi mirati alla protezione delle vittime, culminando nell’adozione di misure cautelari rigorose nei confronti di un giovane albanese, già noto alle autorità per episodi di maltrattamento. L’uomo, un 22enne residente a Pedalino, è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione di un braccialetto elettronico dopo una serie di grave violenze nei confronti della sua convivente e del loro figlio neonato.

La vicenda, che si svolge nel contesto di una crescente attenzione da parte delle forze dell’ordine sui delitti contro la persona, ha avuto inizio nel 2022 e si è protratta fino al 2024. Durante questo periodo, il giovane ha sottoposto la compagna a maltrattamenti sistematici, comprendenti violenze fisiche e verbali, minacce e ingiurie. A segnalarlo è stata la stessa vittima che, dopo una serie di interventi da parte della Polizia a seguito di liti violente, ha finalmente deciso di denunciare il compagno, evidenziando anche la presenza del loro bambino di soli tre mesi durante gli episodi di violenza.

Un’operazione complessa di indagine ha evidenziato la gravità della situazione, necessitando l’adozione di misure cautelari per proteggere le vittime da ulteriori aggressioni. Il Giudice delle Indagini Preliminari ha emesso un’ordinanza di divieto di avvicinamento, che includeva l’applicazione di un braccialetto elettronico come misura di monitoraggio. Tuttavia, nonostante il consenso dell’indagato all’installazione del dispositivo, questi è risultato irreperibile durante l’operazione, spingendo gli agenti a richiedere un aggravamento delle sue condizioni di detenzione.

In risposta al comportamento evasivo del giovane, il GIP del Tribunale di Ragusa ha disposto l’aggravamento della misura cautelare, imponendo gli arresti domiciliari. Questa decisione sottolinea l’impegno della Polizia di Stato ma anche della magistratura nel garantire una protezione efficace alle persone vulnerabili, evidenziando la gravità dei reati di maltrattamento e l’importanza della sorveglianza attiva di casi così delicati.

Con l’adozione di tali misure, si auspica una maggiore sicurezza per le vittime di violenza domestica e un segnale forte contro la consuetudine di certe condotte violente, supportato dal costante lavoro di prevenzione e repressione delle forze dell’ordine.

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