Sequestro di beni per 20 milioni di euro dalla Polizia di Ragusa a soggetto contiguo a Cosa Nostra
Sequestro beni per 20 milioni di euro a un contiguo di Cosa Nostra a Ragusa. Indagini rivelano ricchezze inspiegabili! 💼🚫💰
Maxi sequestro di beni tra le province di Ragusa, Catania e Roma
La lotta contro la mafia continua a essere una priorità per la polizia italiana. La Direzione Investigativa Antimafia di Catania, in collaborazione con la Questura di Ragusa, ha effettuato un importante sequestro di beni del valore complessivo di circa 20 milioni di euro. Questo provvedimento, emesso dal Tribunale di Catania – Sezione Misure di Prevenzione, ha colpito un soggetto ritenuto contiguo all’organizzazione mafiosa “cosa nostra vittoriese”.
L’operazione è il risultato di un’incessante attività investigativa, durante la quale sono state esaminate le finanze del soggetto in questione. Le indagini economico-patrimoniali hanno rivelato una sproporzione evidente tra i redditi dichiarati e il patrimonio posseduto. Non sono emerse risorse lecite sufficienti a giustificare gli investimenti effettuati, evidenziando così la possibile infiltrazione mafiosa nel tessuto economico.
Il destinatario del sequestro era stato condannato di recente a otto anni e quattro mesi di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Questa condanna ha portato all’accoglimento della proposta di applicazione di misure di prevenzione patrimoniale, redatta congiuntamente dal Direttore della DIA e dal Questore di Ragusa.
Il provvedimento ha portato all’imposizione di vincoli su otto società e una ditta individuale operanti nei settori dei trasporti e della compravendita di beni immobili. Tra i beni sequestrati figurano tre ville e numerosi terreni situati nella provincia di Ragusa, insieme a vari rapporti bancari e finanziari intestati alle società coinvolte e a sei persone fisiche.
Questa operazione rappresenta un passo significativo nella lotta contro le infiltrazioni mafiose nell’economia legale. La Polizia di Stato ha confermato l’importanza della collaborazione tra le diverse forze dell’ordine e il sistema giudiziario nel contrastare questi fenomeni criminosi. Il messaggio è chiaro: la mafia non ha spazio nel tessuto sociale e economico italiano.
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